Ogni personalità umana è sostanzialmente suddivisa su due livelli.
Il primo rappresenta gli aspetti in “luce”, di cui siamo consapevoli, che accettiamo in noi e negli altri, con i quali siamo soliti identificarci e con cui vogliamo apparire e rapportarci al mondo; tali aspetti Jung li definiva “Persona”, che in latino letteralmente significa maschera, l’immagine che abbiamo di noi e che offriamo agli altri.
Il secondo, quello che più ci fa soffrire, cela gli aspetti in “ombra”, di cui siamo in pratica inconsapevoli, che tendiamo a giudicare negativamente e a condannare dentro e fuori di noi.
Possiamo realizzarci pienamente come individui solo quando riusciamo a far riconciliare, pacificare, i due lati, apparentemente antitetici, del nostro mondo interiore.
In altri termini, possiamo essere veramente completi solo attraverso l’integrazione delle nostre ombre caratteriali.
Ma, cos’è in definitiva l’Ombra?
Il termine Ombra è stato usato da Carl Gustav Jung per indicare la parte inconscia della personalità, il lato oscuro della nostra psiche. La nostra mente rifiuta questa parte perché rappresenta i nostri peggiori istinti (violenza, odio, aggressività, invidia, ecc.) che, quindi, siamo soliti misconoscere, criticare e rifiutare: non ci accettiamo completamente perché rigettiamo tutte quelle pulsioni che, pur essendo naturali, umane, etichettiamo come improprie, negative.
Afferma Jung: “Purtroppo non c’è alcun dubbio che, in generale, l’uomo è meno buono di quanto egli stesso immagini o voglia essere. Ognuno ha un’ombra, e tanto più questa è nascosta rispetto alla vita cosciente dell’individuo, tanto più diventa nera e densa. In qualsiasi caso si tratta di uno dei nostri peggiori ostacoli, dal momento che frustra le nostre intenzioni più benintenzionate.”
Ma, attenzione!
L’Ombra oltre ad essere tutto ciò in cui non ci riconosciamo e non sappiamo di essere, che rinneghiamo di noi in negativo (inconscio inferiore), nasconde anche ciò in cui non ci riconosciamo pur attribuendogli un significato edificante (inconscio superiore).
Aspetti positivi, virtù, qualità, che a volte per mancanza di autostima o di lungimiranza, non si riconosce possedere come propri attributi e che di solito siamo invece lodare, osannare, nelle persone che ammiriamo e che rappresentano quella Bellezza, quella Saggezza o quell’Amorevolezza appannaggio universale, in proporzione differente, di ogni essere umano.
Il problema è che l’Ombra non resta pacifica ed inerte.
Vuole farsi sentire e vuole essere riconosciuta, accettata, amata.
Considerando, inoltre, che sia l’Ombra “oscura” che l’Ombra “luminosa” racchiudono importanti aspetti del nostro potere personale, è indispensabile riconoscere ed integrare tutte queste parti. Per questo torniamo completi solo attraverso l’integrazione della nostra ombra, nella sua totalità, buona e meno buona.
In che modo possiamo realizzare questa integrazione?
Partendo dal presupposto che le nostre parti in ombra vengano prima negate, poi rimosse dalla nostra consapevolezza e, successivamente, proiettate sugli altri, possiamo ribaltare a nostro vantaggio tale meccanismo, invertendone il senso della proiezione. Possiamo riconoscere che ciò che più odiamo o amiamo negli altri non sono che parti di noi e che gli atteggiamenti che giudichiamo sono atteggiamenti che una parte di noi vorrebbe attuare ma che spesso non si permette di fare.
Questo, tuttavia, non implica necessariamente dover attuare, mettere in atto, tutte le pulsioni non funzionali, destabilizzanti… anzi! Più diventiamo consapevoli della nostra aggressività repressa, ad esempio, e meno avremo l’impulso a manifestarla!
In pratica, non appena riconosciamo un giudizio negativo sugli altri o una forte ammirazione verso qualcuno o qualcosa dovremmo creare una frase che riporti il tutto a noi, che aiuti a riappropriarci delle nostre “ombre caratteriali” senza più criminalizzarle e negarle!
A titolo esemplificativo, ecco alcune possibili sequenze di frasi rivelatrici:
A) “Non sopporto le persone violente!” >> “Io voglio essere violento/a!” (oppure “Una parte di me vuole essere violenta!“).
B) “Odio l’ipocrisia!” >> “Io voglio essere ipocrita!” (oppure “Una parte di me vuole essere ipocrita!“).
C) “Non posso concepire il tradimento!” >> “Io voglio tradire!” (oppure “Una parte di me desidera tradire!“).
D) “Quanto ammiro le persone decise e sicure!” >> “Io sono una persona decisa e sicura!” (oppure “Una parte di me è decisa e sicura!“).
In effetti l’esercizio di inversione della proiezioni solitamente si fa sul negativo, per far comprendere come non ci sia nulla di brutto e indesiderabile fuori di noi che non abbiamo anche noi, almeno in una certa percentuale.
Del resto, la famosa frase evangelica: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?” (Lc 6,41) ce lo rammenta in modo encomiabile!
Per chi avesse difficoltà ad amarsi ed apprezzarsi, anche l’esercizio di inversione dell’Ombra luminosa è sicuramente molto utile ed efficace, provare per credere!
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Antonio Bufalo
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