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Immagine del redattoreAntonio Bufalo

LA STIPSI O STITICHEZZA: cause e strategie


La stipsi o stitichezza è correlata a un rallentato transito intestinale e rappresenta una condizione assai diffusa e in particolare fra le persone che conducono una vita sedentaria. Il rallentato transito è alla base di un incompleto svuotamento del colon. Questo problema può essere dovuto a svariati fattori e si può suddividere in:

  1. Stitichezza atonica: il colon ha perso in parte la sua elasticità, può essere più o meno dilatato e le feci non vengono efficacemente eliminate. Si può ricondurre ad un'alimentazione priva di fibre, una vita sedentaria e, talvolta, anche al blocco volontario, e ripetuto, dello stimolo ad evacuare dovuto a timore ad usare servizi pubblici o altri motivi sociali o personali.

  2. Stitichezza spastica: talvolta dipende dagli alimenti (per es. latte di mucca) ma può anche avere una base psicosomatica che trova nell'ansia la sua motivazione. Talvolta si associa alla presenza di emorroidi o alla sensazione di avere l'ultimo tratto del retto non completamente svuotato.

Si ricorda che, dal punto di vista psicosomatico, la stipsi può essere correlata al trattenere, e può insorgere come rappresentazione simbolica di un moto di difesa contro la perdita di qualcosa (una persona cara, un oggetto, ecc.).

Problemi legati alla stipsi

Quando le feci rimangono nel colon più a lungo del necessario l'assorbimento delle sostanze di rifiuto da parte dei capillari e del sistema linfatico diventa maggiore, questo sovraccarica il fegato e i linfonodi e dà luogo alla cosiddetta "tossiemia intestinale". Le tossine assorbite, nel tempo si propagano nell'organismo creando sintomi diversi, tra cui: alitosi, cefalea, sonnolenza postprandiale, dispepsia, turbe dell'attenzione e depressione.

Talvolta il fegato non riesce a smaltire tutte le sostanze anomale in arrivo, in questo caso esse potrebbero persino fungere da falsi neurotrasmettitori. Nelle stitichezze ostinate questo fenomeno può creare i presupposti per una infezione da Candida intestinale da cui potrebbero anche derivare gravi sindromi depressive erroneamente trattate con psicofarmaci.

Altri sintomi legati alla stipsi possono essere: prurito, eruzioni cutanee eczematose, cistiti di origine intestinale (conseguenza della disbiosi), infiammazioni catarrali ricorrenti delle prime vie respiratorie e della sfera ORL (conseguenza dell'impegno del sistema linfatico), talora sindromi allergiche (rinite, asma bronchiale, orticaria), vaginiti, ecc.

Siccome il 50% del sistema immunitario associato alle mucose si trova nell'intestino una irritazione cronica delle sue pareti può provocare una iperstimolazione dei linfociti presenti nell'intestino, che, a causa dell'assorbimento da parte della linfa dopo ore o giorni possono trovarsi in altri organi ed eventualmente creare i presupposti per uno squilibrio del sistema immunitario.

Il rallentato transito può formare sulla superficie della mucosa intestinale uno strato di sostanza mucillaginosa (muco) che può durare per mesi o anni e rappresenta un ottimo terreno di cultura per i microrganismi putrefattivi e i parassiti intestinali. Soprattutto negli anziani, si possono riscontrare anche delle dure masse di escrementi vecchi e disidratati (fecalomi). Tutto ciò danneggia il colon, perché ne aggrava ulteriormente le funzioni e la motilità.

Dalla prevalenza dei batteri della putrefazione può derivare una iperproduzione di alcune sostanze quali la cadaverina, la putrescina, lo scatolo e l'indolo, che aggravano ulteriormente l'intossicazione dell'intestino e, purtroppo, sono difficilmente eliminabili dai reni e dal fegato. Inoltre i batteri della putrefazione possono attivare precursori di sostanze cancerogene come i nitrati contenuti nelle carni.

Il rallentato transito, con lo sviluppo dei batteri della putrefazione e il permanere per lungo tempo di materiale solido di rifiuto (a volte con contenuto cancerogeno), conducono ad una irritazione cronica della mucosa del colon, questo crea la possibilità di esposizione di antigeni self (verso i quali non era stata sviluppata una tolleranza immunitaria) con conseguente formazione di autoanticorpi. Questo problema è particolarmente sentito dai soggetti predisposti costituzionalmente.

La situazione anomala descritta può portare anche ad una ulteriore disregolazione del sistema endocrino (i due sistemi sono collegati tra loro da mediatori chimici denominati citochine) creando i presupposti per lo sviluppo di malattie autoimmuni e degenerative (per es. artriti, artrosi, cancro ecc.).

Va precisato che l'irritazione cronica della mucosa del colon, che diventa meno impermeabile favorendo così la perdita di alcuni ioni importanti per l'omeostasi ed il passaggio di sostanze tossiche nel sangue e nella linfa, da cui potranno migrare in tutto l'organismo.

Quando il colon non funziona bene…

Quando il colon perde la sua normale funzionalità altri organi sono costretti ad un lavoro supplementare e si troveranno affaticati.

Il fegato si troverà sovraccaricato (piccola insufficienza epatica) con l'eventuale l'insorgenza del seguente quadro sintomatologico: cefalea, dispepsia, sonnolenza postprandiale, depressione e altri quadri distimici (candidosi intestinale, falsi neurotrasmettitori).

Sulla pelle, chiamata in causa per l'insufficiente funzione eliminativa del colon, si potrà instaurare una dermatite. Se fosse presenta un'intolleranza alimentare potranno apparire eczemi atopici o sindromi orticarioidi.

Nell'apparato respiratorio potrà sopravvenire un maggiore carico catarrale che può evolvere in sinusite o bronchite e, nei soggetti predisposti, sfociare spesso in un'oculorinite allergica o in un'asma bronchiale.

Anche i reni potranno essere sovraccaricati e favorire, in soggetti predisposti, i presupposti per l'insorgere di artropatie degenerative. Questo può accadere perché i reni sovraccarichi tendono ad una maggior ritenzione di urati, e determinare la presenza di autoanticorpi e/oimmunocomplessi.

Appare ovvio che in tale situazione possono instaurarsi nelle vie urinarie delle situazioni patologiche, tra cui: pieliti, pielonefriti, cistiti ricorrenti di origine intestinale, ecc.


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Antonio Bufalo

P.S.

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Riferimenti Bibliografici

- Articolo tratto dal sito: www.dottorviezzoli.com/ict_stipsi.htm

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