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IL LAVORO ALCHEMICO SU DI SE’…


IL LAVORO ALCHEMICO SU DI SE’…

Si sente spesso parlare di “lavoro su di sé”, ma cosa si intende esattamente? A cosa ci si riferisce?

Il lavoro su di sé è quel processo di trasformazione interiore che permette l’auto-conoscenza e l’evoluzione personale, al fine di ritrovare il contatto con la propria vera natura, con la propria Essenza, per agire responsabilmente e consapevolmente nel mondo.

Il concetto suona nuovo per il nostro tempo, ma non per chi abbia qualche conoscenza in materia di alchimia, antico sistema filosofico esoterico.

Il vero scopo dell’alchimista non era solo quello di trasformare i metalli in oro, bensì di realizzare la trasmutazione della parte “negativa” della personalità, fino a riscoprire il proprio “Dio interiore”.

Lo stesso Jung ritrovò nell’alchimia numerose affinità con la sua psicologia analitica.

Quali sono le basi dell’Alchimia? Come è possibile trasformare il piombo in oro?

Oltre ad essere una scienza esoterica, l’alchimia riuniva conoscenze derivanti da altre discipline, quali la chimica, l’astrologia, la medicina, la fisica e la metallurgia, in uno stretto legame fra dimensione materiale, filosofica e spirituale.

Il processo alchemico si fonda sulla metafora della trasmutazione del piombo, grezzo e pesante, nell’oro, fine e perfetto, per rappresentare le fasi del risveglio della coscienza individuale.

Nel percorso dell’uomo, così come nel mondo minerale, l’evoluzione avviene mediante diversi procedimenti, attraverso cui la materia grezza, scaldata e mescolata con diverse sostanze, si trasforma progressivamente, acquisendo colori diversi ad ogni livello.


La prima fase del lavoro su di sé veniva definita in Alchimia Nigredo…

È lo stadio in cui è necessario “ristrutturare” il vecchio io per poter rinascere a nuova vita. L’individuo è chiamato ad affrontare i propri demoni interiori, a conoscerli mediante un’osservazione non giudicante, per far luce sui dubbi, le paure, gli schemi mentali e i condizionamenti subiti che lo allontanano dalla propria verità; è un’immersione in se stesso, in cui deve imparare a riconoscersi, accettarsi ed ascoltarsi, per ritrovare l’Essenza, la sua Anima.

Spingersi nel profondo è doloroso, impone il confronto con il proprio lato oscuro, perciò può provocare depressione, angoscia, solitudine, perdita del contatto con gli altri e con la realtà.

Il lavoro su di sé inizia prendendo coscienza dei problemi, delle illusioni e delle emozioni negative; sono necessari coraggio, forza di volontà e costanza per proseguire.

Durante questo primo step, gradualmente ci si disidentifica dalla vecchia immagine di sé, dai ruoli nei quali si era soliti vedersi, e si inizia a costruire una nuova realtà interiore, quella dell’Anima, nella quale pian piano trasferiremo la nostra coscienza, purificata e sublimata. In questa fase la sovrastruttura materiale man mano si dissolve, aprendo la strada per una nuova nascita, lasciando il posto ad un uomo nuovo, libero dai precedenti paradigmi e dalle antiche zavorre emozionali!

E’ la fase del… “conosci te stesso e conoscerai l’universo e Dio!”.


La seconda fase del lavoro su di sé veniva chiamata in Alchimia Albedo…

In questo stadio si giunge a contatto con la propria reale natura, si smette di usare l’esterno per compensare i propri bisogni e si attinge direttamente dalla propria forza interiore.

Allora si giunge ad una prima consapevolezza di sé, si trova la fonte della propria luce interiore, e si da finalmente un senso alla propria vita: la rinascita è ora finalmente divenuta possibile.

L’auto-osservazione di pensieri ed emozioni conduce infatti alla conoscenza di sè, grazie alla progressiva disidentificazione dai propri processi mentali e biologici; l’individuo diventa in grado di controllarli, perché ha imparato a porsi in una posizione neutrale, libero dai conflitti interiori.

Smette, così, di farsi dominare dalle circostanze e può governare la propria personalità con il suo sguardo dall’alto, non più preda del flusso caotico delle circostanze della vita, di cui scopre il sottile nesso evolutivo, trame di un più ampio piano divino, di cui si sente partecipe e co-attore anziché, come nel passato, inerme vittima.

Ora sa di essere sempre stato l’artefice del proprio destino e di aver attirato a sé ogni volta le situazioni più idonee, utili e funzionali alla crescita della propria coscienza.

Ora comprende e usa consapevolmente le Leggi Universali (dell’Attrazione, dello Specchio, ecc.), di cui diviene il magico strumento di manifestazione!


La terza fase del lavoro su di sé veniva chiamata in Alchimia Rubedo…

Durante l’Albedo, lo scopo ultimo non è ancora realizzato: il controllo della personalità non è sufficiente, la tappa successiva è l’identificazione con l’anima, con il proprio centro spirituale.

Non tutti proseguono per questa via, sopraffatti dal desiderio di sfruttare la condizione raggiunta per fini egoistici. Al contrario, la Rubedo si compie mediante “l’apertura del cuore”: l’individuo che sa provare amore al proprio interno è capace di amare incondizionatamente, si mette al servizio per fare del bene agli altri.

A questo livello, l’alchimista è in grado di percepire la realtà al di là dei propri limiti cerebrali e, attraverso lo sviluppo di un grado di coscienza superiore, può trovare il centro divino, il vero senso dentro di sé!

Analogamente all’opera alchemica, anche nel percorso terapeutico studiato da Jung il fine della consapevolezza è l’auto-realizzazione, che può compiersi grazie alla trasformazione dei contenuti inconsci inaccettabili e al raggiungimento dell’“individuazione”, ovvero superando i blocchi e giungendo all’integrazione dei complessi che formano la personalità.

Le tappe che portano all’individuazione sono caratterizzate dall’incontro con i principali archetipi dell’inconscio collettivo…


L’individuo, nel silenzio della propria solitudine, deve entrare in contatto con le parti rimosse che non conosce e non accetta di se stesso, ma che proietta sugli altri mediante i suoi comportamenti, tramite tutto quanto rifiuta e tiene in ombra.

L’analisi dei sogni, dei sintomi e delle proiezioni, può rivelare cosa contiene il proprio “lato oscuro” e, come nella Nigredo, la trasformazione può iniziare solo con il coraggio di affrontare i propri demoni interiori.

Il lavoro è doloroso, a volte frustrante e impervio, tant’è che spesso è impossibile affrontarlo da soli, senza un sostegno psicologico adeguato.

Superate però le illusioni e facendo luce dentro di sé, l’individuo si apre al contatto con l’altro e scopre che tutti i precedenti rapporti di coppia, gli innamoramenti e ogni relazione sociale erano fondati su immagini interiori e non sulla realtà.

Se l’opposto, ciò da cui si rifugge e che si è soliti criticare negli altri, non viene riconosciuto e integrato, persistono blocchi, idealizzazioni, relazioni insoddisfacenti.

Gli uomini devono ricercare e comprendere in sé l’Anima (la parte accogliente, mentale e sentimentale assieme, spirituale), le donne l’Animus (la parte pratica, concreta, razionale).

Come nella Rubedo alchemica, il livello finale dell’evoluzione è rappresentato dall’integrazione psichica degli opposti e dalla cessazione dei conflitti interiori.

L’individuo trova il proprio vero Sé, la dualità cessa di esistere e può realizzarsi l’individuazione, la sintesi dei contrari che genera la totalità.

Quando gli archetipi divengono consapevoli, l’uomo non ne è più dominato e il suo agire diventa chiaro e libero!

Coscienza e inconscio possono incontrarsi e la persona può giungere all’auto-realizzazione!

Il percorso per un buon lavoro su di sé è sempre lo stesso, ma ciò che si può trovare è diverso per ognuno di noi…


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Antonio Bufalo

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