In ogni momento della nostra vita la nostra realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal linguaggio di coloro che ci circondano. Ma come e, soprattutto, perché tutto questo accade?
Con questo post vorrei condividere con voi le straordinarie spiegazioni offerte da Gregg Braden nel suo libro “Camminare tra i mondi”, nel quale parla dei 7 Specchi Esseni, che mi sono permesso di sintetizzare e semplificare. In esso descrive chiaramente come la Legge della Risonanza, o dello Specchio, sia molto più complessa, poliedrica ed esaustiva di quanto in modo semplicistico si pensi.
Partiamo dal primo aspetto, quello più conosciuto e divulgato, ma anche quello più ricorrente…
Il 1° SPECCHIO ESSENO
Il mistero del Primo Specchio è incentrato su cosa noi siamo ed inviamo nel momento presente attorno a noi, alle persone che ci stanno accanto: ciò che vediamo negli altri è l’immagine di quello che noi siamo nel presente! Chi ci è vicino ce lo rimanda a dire, rispecchiandoci.
Quando ci troviamo circondati da individui e modelli di rapporto di comportamento in cui ad esempio domina l’aspetto della rabbia o della paura, oppure di gioia, estasi o felicità, stiamo vivendo una rappresentazione all’esterno della proiezione inconscia di quello che accade dentro di noi, ma di cui non abbiamo piena e completa consapevolezza e padronanza. Non siamo, ad esempio, coscienti che la nostra feroce critica nei confronti degli errori degli altri ha una profonda similitudine con gli atteggiamenti rabbiosi del nostro collega che tanto ci infastidiscono e ci feriscono! Prendendo atto che il suo atteggiamento collerico tende a rispecchiare un nostro modo di essere insofferenti ad alcune manifestazioni della vita ci può permettere, alla lunga, di diventare più comprensivi ed amorevoli nei confronti degli altri.
IL 2° SPECCHIO ESSENO Se siete circondati da persone, i cui modelli di comportamento vi provocano frustrazione o scatenano la vostra rabbia o astio e se percepite che quei modelli non sono vostri in quel momento, allora chiedetevi: mi stanno mostrando me stesso nel presente? Se potete onestamente rispondervi con un no c’è una buona probabilità che vi stiano invece mostrando ciò che voi giudicate nel momento presente: la rabbia, l’astio o la gioia che voi state criticando.
Vi è mai capitato di essere irritati o ansiosi di arrivare in tempo da qualche parte e poi in banca di aver scelto la fila più lenta, o avete sbagliato la rampa di accesso nel raccordo stradale, oppure mentre guidavate vi siete trovati dietro a macchine che vanno a 50 Km all’ora in una strada dove si potrebbe andare a 100?
Può darsi che quelle circostanze o quelle persone vi stiano riflettendo ciò che non sopportate in quel momento: l’insofferenza ai perdi-tempo, il giudizio ricorrente di atteggiamenti che non sopportate!
Gli specchi non sempre mostrano – come capita ad esempio per il 1° Specchio Esseno – un riflesso di ciò che siamo nel momento presente, ma possono invece proporre un’immagine più sottile: lo specchio di ciò che noi giudichiamo in quel momento.
Quando avete una carica emotiva su qualcosa, che cosa vi promette? Promette che la incontrerete nella vita!
In quest’ottica alcune persone che incontriamo possono essere dei potenti ed abili maestri che impeccabilmente reggono uno specchio davanti a noi riflettendo le nostre cariche emotive più potenti.
Quando riusciamo a riconoscere il modello del nostro abituale giudizio e cioè che ciascuna di quelle persone criticate era un maestro nel rispecchiarci le cose che giudicavamo, ogni altro rapporto che esiste in virtù del giudizio critico, inizia a scomparire dalla nostra vita! E’ un effetto a catena. Osservate le caratteristiche che le persone usano nel sollecitare la vostra sensibilità e chiedetevi: “Mi stanno mostrando me stesso nel momento?” Se la risposta onesta è “No”. Allora chiedetevi questo: “Mi stanno mostrando ciò che io giudico nel momento?” La risposta potrebbe sorprendervi!
(Libera elaborazione dei 7 Specchi Esseni tratta da “Camminare tra i mondi” di Gregg Braden).
IL 3° SPECCHIO ESSENO
Il terzo specchio esseno dei rapporti umani è uno degli specchi più facili da riconoscere, perché lo percepiamo ogni volta che ci troviamo alla presenza di un’altra persona, quando la guardiamo negli occhi, e in quel momento accade qualcosa di magico. Alla presenza di questa persona, che forse non conosciamo nemmeno, sentiamo come una scossa elettrica, forse anche la pelle d’oca sulla nuca o sulle braccia. Che cosa è appena successo, in quell’attimo? Attraverso la saggezza del terzo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che, nella nostra innocenza, noi rinunciamo a delle grosse parti di noi stessi, per poter sopravvivere alle esperienze della vita.
In altre parole, la persona che tanto attira la nostra attenzione ci permette di scoprire quelle virtù potenziali rimaste inespresse che conserviamo in un cassetto nascosto del nostro cuore.
Sono caratteristiche che possono venir perse, senza che noi ce ne rendiamo conto, o forse le perdiamo consapevolmente o ancora ci vengono portate via da coloro che hanno un potere su di noi. Talvolta quando ci troviamo in presenza di un individuo che incarna proprio le cose che abbiamo perduto e che stiamo cercando, per poter ritrovare la nostra interezza, i nostri corpi esprimono una risposta fisiologica per mezzo della quale realizziamo di nutrire un’attrazione magnetica verso quella persona. Se vi trovate in presenza di qualcuno e, per qualche motivo inspiegabile, sentite l’esigenza di passare del tempo con quella persona, ponetevi una domanda: che cosa ha questa persona che io ho perduto, ho ceduto, o mi è stato portato via? La risposta potrebbe sorprendervi molto perché in realtà riconoscerete questa sensazione di strana familiarità con lui/lei. Ad esempio, vi affascina la figura carismatica di un relatore ad un convegno? Allora forse manifesta la vostra autostima rimasta a lungo latente, inespressa, e che lui ben rappresenta in quel momento!
Altro esempio: incrociate lo sguardo di un altro cliente in un bar e sentite una sorta di misterioso riconoscimento inconscio e un piccolo brivido vi sale lungo la schiena? Allora forse vi rispecchia una qualità che anche voi avete avuto e che avete messo da parte da tempo: la disinvoltura ed il coraggio di guardare in faccia la realtà, ad esempio.
Quando iniziate una conversazione o mentre i vostri interlocutori parlano, ponetevi mentalmente questa domanda: cosa vedo in questa persona che io ho perso, ho ceduto o che mi è stato preso? La risposta vi sorprenderà, ve l’assicuro!
(Libera elaborazione dei 7 Specchi Esseni tratta da “Camminare tra i mondi” di Gregg Braden).
IL 4° SPECCHIO ESSENO
Il Quarto Specchio Esseno ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione: l’esempio più ricorrente è rappresentato dall’alcol e dalla nicotina che sono certamente capaci di creare tali stati. Ma ci sono altri modelli di comportamento più sottili come l’esercizio di controllo in ambiente aziendale o in famiglia, o come la dipendenza dal sesso, dal possedere o generare denaro e abbondanza, anche questi sono esempi di compulsione e dipendenza. Spesso nel corso degli anni ci accade di adottare dei modelli di comportamento che poi diventano tanto importanti da farci riorganizzare il resto della nostra vita per accoglierli, rinunciando ad importanti valori: trascuriamo le persone che amiamo, la famiglia, il lavoro, ecc. Poco a poco, noi rinunciamo alle cose che ci sono più care, che amiamo, per occupare il nostro tempo con atteggiamenti compulsivi che, alla lunga, diventano padroni delle nostre scelte.
Il tratto positivo di questo modello è che può essere riconosciuto ad ogni stadio, senza bisogno di arrivare agli estremi perdendo tutto. Possiamo riconoscerlo, guarirlo, e ritrovare la nostra interezza in ogni sua fase di manifestazione.
Facciamo un esempio chiarificatore: l’amore possessivo, compulsivo, per il partner. Quando proviamo questo tipo di amore tendiamo a vivere in funzione del partner, tutto il nostro mondo gira attorno a lui/lei e diventiamo gelosi di tutto quello che può minare tale rapporto esclusivo (interessi, hobbies, amici, lavoro, ecc. che potenzialmente iniziano a rappresentare seri motivi di distrazione, nostri o del partner, che rischiano di compromettere tale rapporto compulsivo). Pretendiamo tutta l’attenzione del partner e, pur di ottenerla, entriamo pesantemente a dei compromessi con le nostre interiori esigenze, che vengono sempre più messe da parte. Il perché questo si verifichi, spesso è da addurre a ciò di cui si è stati privati nell’infanzia (affetto, attenzione) o ad una profonda crisi di abbandono provata nei riguardi di uno dei genitori. Ecco, quindi, la necessità di esercitare un potere che controlli il partner e che lo tenga legato a se, creando una potente dipendenza.
Cerchiamo di rafforzare ciò che abbiamo perso o che ci è stato portato via. Vi invito a porre attenzione alla vostra vita e al tipo di persone verso cui vi sentite fortemente attratti e a chiedervi che cosa possiedono di voi che è stato perso o ceduto o preso.
… E ricordate: l’obiettivo di tali esperienze è sempre rappresentato dalla propria evoluzione personale, dalla necessità di guarire in sé stessi ciò che si è visto nell’altro, nel partner, che impersona la fonte di attenzione ed affetto la cui mancanza ci ha tanto fatto soffrire.
Se si riesce ad integrare in se stessi tale insegnamento, a riconoscerlo onestamente ed accettarlo con serenità, da quel momento in poi entrambi i partner possono scegliere di continuare il rapporto sulla base di principi completamente diversi, basati sul fatto che ciascuno semplicemente riesce a godere della compagnia dell’altro, di cui rispetta gli spazi, i tempi e le esigenze.
(Libera elaborazione dei 7 Specchi Esseni tratta da “Camminare tra i mondi” di Gregg Braden).
IL 5° SPECCHIO ESSENO
Il quinto specchio esseno, è forse il più potente in assoluto, perché credo ci permetta di vedere meglio e più profondamente degli altri la ragione per cui abbiamo vissuto la nostra vita in un dato modo! Nel leggere questo post vi chiedo di regalarvi il giusto tempo per comprenderlo e usarlo come stimolo alla riflessione personale: se non avete il tempo per farlo, o non volete dedicarvi per qualche minuto all’argomento odierno, indispensabile per comprendere un aspetto fondamentale della vostra vita, rimandate questo appuntamento a quando ne avrete la possibilità. E’ un post lungo ma decisamente importante per la vostra crescita interiore! Bene, ora cedo la parola direttamente a Gregg Braden: “Questo rappresenta lo specchio che ci mostra i nostri genitori nel corso della nostra interazione con loro. Attraverso questo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettano le nostre credenze e aspettative nei confronti di quello che potrebbe configurarsi come il più sacro rapporto che ci sia dato di conoscere sulla Terra e cioè il rapporto fra noi e la nostra Madre e il nostro Padre Celeste, vale a dire con l’aspetto maschile e femminile del nostro creatore, in qualunque modo lo concepiamo. E’ attraverso il rapporto con i nostri genitori, che essi ci mostrano le nostre aspettative e credenze verso il rapporto divino. Per esempio se ci troviamo a vivere un rapporto con genitori da cui ci sentiamo continuamente giudicati o per i quali anche fare del nostro meglio non è mai abbastanza, è altamente probabile che quel rapporto rifletta la seguente verità: siamo noi che crediamo, dentro di noi, di non essere all’altezza e che forse non abbiamo realizzato quello che ci si aspettava da noi attraverso la nostra percezione di noi stessi fino al Creatore. Questo è uno specchio potente e molto impalpabile, che, forse più di altri, ci può svelare perché abbiamo vissuto le nostre vite in un determinato modo.
Quindi la cosa da tener presente riguardo questo specchio è la seguente: a prescindere dalle caratteristiche che avete condiviso, pur senza giudicare, senza pensare al giusto e allo sbagliato, visto che stiamo lavorando sullo specchio della polarità che presenta solo segni positivi o negativi, c’è una buona probabilità che le parole che usate per descrivere i vostri genitori come li vedete oggi, da adulti, abbiano pochissimo a che fare con le persone di questa terra che voi chiamate mamma e papà. E’ molto probabile che le parole che usate per descrivere i vostri genitori terrestri, vi servano a descrivere uno specchio che i vostri genitori hanno retto impeccabilmente dinanzi a voi, per darvi una visione del rapporto più sacro che è dato conoscere sulla Terra. E’ anche molto probabile che il modo in cui percepite i vostri genitori sulla Terra, rappresenti lo specchio delle vostre aspettative verso il rapporto che intrattenete con la Madre e il Padre celesti. Lo ripeto: c’è una buona probabilità che il modo in cui vedete o come descrivete i vostri genitori, le parole che usate, siano quelle che descrivono le aspettative che avete sul rapporto con la vostra madre e il vostro padre divino.
L’argomento può essere inquadrato da molte angolazioni. Vi chiedo: è possibile che i vostri genitori, nell’invitarvi inconsciamente o consciamente in questo mondo, si siano assunti una responsabilità sottintesa di cui la nostra cultura si è dimenticata? Secondo la quale la madre e il padre terrestri, che ci mettono al mondo e si prendono cura di noi sarebbero dei surrogati, cioè l’approssimazione più vicina all’aspetto materno e paterno del nostro creatore Divino? Noi sappiamo che in realtà il Creatore non ha un’identità sessuale, non è né una madre, né un padre, bensì per così dire “una forza” in mancanza di una parola migliore in inglese. Vi chiedo ancora: “E’ possibile che i vostri genitori vi abbiano amato così tanto e forse a dei livelli di cui non sono stati e non sono essi stessi coscienti, da riuscire a reggere impeccabilmente davanti a voi uno specchio capace di mostrarvi, come voi concepite il rapporto non tanto con loro, ma con il vostro padre divino e la vostra madre divina?. E’ possibile che le volte in cui avete percepito la rabbia dei vostri genitori verso di voi in realtà abbiate percepito quella che credevate essere la rabbia del vostro Creatore verso di voi? E’ possibile, infine che, quando i vostri genitori sono orgogliosi di voi, vi danno l’incoraggiamento che vi fa sentir bene, voi in realtà stiate sentendo qualcosa che proviene dal vostro creatore? E’ possibile? Se è vero che gli specchi funzionano, io credo che questo sia precisamente ciò che accade. Credo che ci sia una buona probabilità che gli esseri umani siano capaci di amare a livelli così taciti e profondi da riuscire a scambiarsi questi specchi con grande precisione e credo anche che i nostri genitori hanno fatto proprio questo per noi. Con ciò non voglio sottintendere alcuna scusante per i loro comportamenti. Vi chiedo semplicemente di ammettere la possibilità che in effetti il rapporto con i vostri genitori o con chi vi ha allevato, nel caso siate stati adottati o abbiate vissuto in un orfanotrofio, vi abbia permesso di vedere uno specchio, nel quale siete riusciti a percepire le vostre credenze e aspettative su come credete che il vostro Creatore vi concepisca e su come voi lo concepite. Cosa provate pensando alla possibilità che i vostri genitori vi abbiano mostrato questo specchio? Ha un senso per voi?
I rapporti umani ci offrono la possibilità di guarire il rapporto con i nostri surrogati terrestri e nel fare questo noi saniamo anche il rapporto con la controparte divina. Il tutto funziona anche all’inverso, nel guarire il rapporto con la controparte divina deve per forza sanarsi anche il rapporto con i genitori terrestri. Tutto questo non significa che, in quanto figli, siete responsabili delle malattie dei vostri genitori o delle loro scelte di vita. Loro hanno semplicemente accettato, ad un determinato livello di consapevolezza di reggere dinanzi a voi lo specchio che riflette le vostre aspettative ed hanno scelto come proporvi quello specchio durante la loro vita. Una volta che i genitori sono sollevati dal peso dello specchio sorge la seguente domanda: “Si ricordano della loro vera natura?” “Esiste una parete della loro consapevolezza che fa dire loro: “ finalmente mio figlio ha compreso il messaggio, ora posso vivere la mia vita. Oppure rimangono tanto invischiati nel loro sistema di credenze da credere di essere quelle malattie. Questo è proprio il punto cruciale su cui noi stiamo lavorando tutti insieme per sanare noi stessi e per ricordare quelle possibilità.
Non vi sembra che ciò abbia un senso? Si tratta di uno specchio impercettibile. Siccome si tratta di specchi, il bello è che funzionano in entrambi i sensi. E questo è importante, perché non ci limitiamo di certo ad esaminare i casi negativi, infatti anche quando percepiamo i nostri genitori come esseri affettuosi, saggi, vulnerabili, forti, onesti e tolleranti, riceviamo il riflesso delle nostre credenze sul tipo di rapporto che abbiamo col Creatore, cioè percepiamo il nostro Creatore e noi stessi alla presenza di quella forza creativa. Quindi la riflessione che vi offro rappresenta una possibilità che è in sé sottile e potente che provoca tutta una serie di implicazioni lungo l’arco di un’esistenza. Se ciò ha un senso per voi, bene, se non lo ha vi invito ad archiviare mentalmente queste informazioni e, se in futuro dovesse verificarsi uno sgretolamento del vostro sistema di credenze, allora potrete andare a cercare questa cartella e lavorando su questo specchio, avrete un potente strumento a vostra disposizione. Lo specchio della madre e del padre, il vostro Creatore.
(Libera elaborazione dei 7 Specchi Esseni tratta da “Camminare tra i mondi” di Gregg Braden).
IL 6° SPECCHIO ESSENO
Il sesto specchio esseno dei rapporti umani ha un nome abbastanza infausto, infatti gli antichi lo chiamarono: l’Oscura notte dell’anima. Ma lo specchio in sé non è necessariamente altrettanto sinistro del suo nome. Attraverso un’oscura notte dell’anima, ci viene ricordato che la vita tende verso l’equilibrio, che la natura tende verso l’equilibrio e che ci vuole un essere estremamente magistrale per bilanciare quell’equilibrio.
Nel momento in cui affrontiamo le più grandi sfide della vita possiamo star certi che esse divengono possibili solo dopo che abbiamo accumulato tutti gli strumenti che ci servono per superarle con grazia e con facilità, perché è quello il solo modo per superarle. Fino a che non abbiamo fatto nostri quegli strumenti non ci troveremo mai nelle situazioni che ci richiedono di dimostrare determinati livelli di abilità. Quindi, da questa prospettiva, le sfide più alte della vita, quelle imposteci dai rapporti umani e forse anche dalla nostra stessa sopravvivenza, possono essere percepite come delle grandi opportunità a nostra disposizione, per saggiare la nostra abilità, anziché come dei test da superare o fallire. E’ proprio attraverso lo specchio della notte oscura dell’anima che vediamo noi stessi nudi, forse per la prima volta, senza l’emozione, il sentimento, ed il pensiero, senza tutte le architetture che ci siamo creati intorno per proteggerci. Attraverso questo specchio possiamo anche provare a noi stessi che il processo vitale è degno di fiducia ed anche che possiamo aver fiducia in noi stessi mentre viviamo. La notte oscura dell’anima rappresenta per noi l’opportunità di perdere tutto ciò che ci è sempre stato caro nella vita e di vedere noi stessi alla presenza e nella nudità di quel niente. E proprio mentre ci arrampichiamo fuori dall’abisso di ciò che abbiamo perso e percepiamo noi stessi in una nuova luce, che esprimiamo i nostri più alti livelli di maestria. Gli antichi parlavano molto chiaramente della notte oscura dell’anima.
Personalmente, la più potente “notte oscura dell’anima” l’ho vissuta diversi anni fa quando ho dovuto confrontarmi con il cancro. Sono state proprio le profonde difficoltà vissute che mi hanno fatto trovare il bandolo della matassa della mia vita. Mentre annaspavo trasportato dai vortici dello sconforto, del dolore e della sfiducia ho scoperto la chiave della guarigione e della salvezza: l’Amore! L’Amore per la vita, l’Amore di chi mi stava vicino, l’Amore di chi, anche da altri piani esistenziali, mi guidava e proteggeva nei momenti di profondo disagio, l’Amore per la Perfezione del Creato e per il divino che ne è alla base.
Quando un essere umano conquista l’ultimo tassello di abilità, la creazione si apre dinanzi a lui e lo rende libero di esprimere tale maestria in qualunque cosa abbia creato nella vita. Quando la vita è più dura, quando ci vengono poste delle sfide più alte nel campo della salute, dei rapporti umani o della sopravvivenza è perché noi stessi ci siamo creati quelle situazioni solo dopo aver accumulato tutti gli strumenti necessari a tirarcene fuori con grazia. Qualunque madre lo sa. Non ve l’ha mai detto vostra madre che Dio non vi da mai più problemi di quanti non riusciate a sopportarne? L’ho visto succedere mille volte: questioni di salute, malattie potenzialmente letali, implosioni emotive. So con certezza che nella vita noi tendiamo verso l’equilibrio e che ci vuole un grosso sforzo per riuscire a sconvolgere quell’equilibrio e siccome siamo tutti dei maestri, sappiamo bene come farlo. In quanto maestri noi abbiamo appreso come creare forte disiquilibrio nelle nostre vite in modo da favorire il manifestarsi dello slancio che ci serve per dimostrare il grado di abilità da noi raggiunto. Ci viene offerta così un’opportunità rispetto alla quale non abbiamo nessun punto di riferimento, nessuno a cui chiedere o da cui andare. Non avendo mai avuto prima quella data esperienza, tutto ciò su cui possiamo contare è noi stessi ed è a quel punto che ci viene chiesto di rivolgerci verso i livelli più profondi del nostro essere.
IL 7° SPECCHIO ESSENO
Dalla prospettiva degli antichi, il settimo mistero dei rapporti umani o settimo specchio esseno era il più sottile e, per alcuni versi, anche il più difficile. E’ lo specchio che ci chiede di ammettere la possibilità che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai suoi risultati, è di per sé perfetta e naturale. A parte il fatto che si riesca o meno a raggiungere gli alti traguardi che sono stati stabiliti per noi da altri, siamo invitati a guardare i nostri successi nella vita senza paragonarli a niente. Senza usare riferimenti esterni di nessun genere. Il solo modo in cui riusciamo a vederci sotto la luce del successo o del fallimento è quando misuriamo i nostri risultati, facendo uso di un metro esterno. A quel punto sorge la seguente domanda: “A quale modello ci stiamo rifacendo per misurare i nostri risultati? Quale metro usiamo?” Nella prospettiva di questo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che ogni aspetto della nostra vita personale – qualsiasi aspetto – sia perfetto così com’è. Dalla forma e peso del nostro corpo ai nostri risultati in ambito accademico, aziendale o sportivo. Ci renderemo conto insieme che, in effetti, questo è vero e che un risultato può essere sottoposto a giudizio solo quando viene paragonato ad un riferimento esterno. Siamo quindi invitati a permettere a noi stessi di essere il solo punto di riferimento per i risultati che raggiungiamo.
Ciò che vi raccomando è questo: siate consapevoli del modello a cui vi rifate per misurare i vostri risultati. Che metro usate nella vita? In base a che cosa distinguete fra la vostra riuscita ed il vostro fallimento? Mettiamola così: io potrei darvi un foglio con una lista di criteri e dirvi di parlarmi delle vostre abilità sportive, delle vostre abilità accademiche, comunicative o amorose. Chiedere: Siete dei bravi amanti? E’ sempre una buona domanda. Non vi concederei più di 15 secondi per darmi una risposta, perché, a prescindere da cosa risponderete, se vi siete descritti come esseri meno che perfetti, a che cosa vi siete paragonati? Come fate a dire che state facendo qualcosa di non perfetto a meno che non facciate riferimento a qualcosa che sta al di fuori di voi stessi?
Se io incarno questo specchio, se io vi do il meglio di me nel momento presente, il risultato è perfetto, fino a quando non mi paragono a qualcun altro. E’ perfetto, è il meglio che può essere in questo momento. Questo per gli Esseni è il nodo più delicato, perché siamo così pronti a giudicare noi stessi. Siamo noi i nostri critici più agguerriti Quindi vi invito ad esaminare la vostra vita ed a individuare le aree in cui sentite di non essere felici di voi stessi. Questo può accadere soltanto se non avete fatto del vostro meglio oppure se avete fatto del vostro meglio e vi siete paragonati a qualcun altro. Che metro usate? Nella nostra cultura, che metro usiamo?
Questo è il settimo specchio esseno dei rapporti umani, lo specchio della perfezione.
Questi sette specchi dei rapporti umani sono potenti, ci forniscono delle profonde intuizioni sul perché abbiamo vissuto la nostra vita in un certo modo e abbiamo avuto determinati rapporti umani. Gli Esseni ci ricordano che ciascuno di noi passerà attraverso ogni specchio durante la propria vita, che ne siamo coscienti o no. Spesso ci muoveremo in molti specchi simultaneamente perché siamo maestri e lo diventiamo sempre di più in questa vita. Nel passare attraverso gli specchi, noi procediamo attraverso la nostra vita, forse senza nemmeno renderci conto del perché facciamo queste cose. Siamo invitati a conoscere noi stessi in presenza di altri, attraverso i nostri rapporti umani e quando quei rapporti sono sanati, noi diventiamo il beneficio di quella guarigione e lo portiamo in noi nel sogno ad occhi aperti della vita, camminando tra i due mondi del cielo e della terra. (Libera elaborazione dei 7 Specchi Esseni tratta da “Camminare tra i mondi” di Gregg Braden).
A cura di Antonio Bufalo
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