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Immagine del redattoreAntonio Bufalo

I DOLORI DELLA VITA E COME SUPERARLI…


I DOLORI DELLA VITA E COME SUPERARLI… Tempo fa una cara amica mi scrisse disperata raccontandomi della situazione difficile che stava vivendo a livello familiare. Le emozioni che suscitarono le sue parole toccarono profondamente il mio cuore: cercare di consolare tanto dolore era inevitabilmente la prima umana risposta a una tale tacita richiesta di comprensione e compartecipazione. Avrei potuto dirle, ad esempio, … “mi spiace, amica mia, vedrai che le cose si aggiusteranno”… o frasi simili che arrecano un momentaneo conforto ma che, allo stesso tempo, sanciscono e confermano solo un dato di fatto soggettivo della sua provata condizione mentale: credere di essere vittima di circostanze infauste che stava vivendo immeritatamente. Oppure, avrei potuto aiutarla a dare un senso a cosa le capitava e a trarne profitto, traendone dei messaggi di stimolo alla sua evoluzione e a quella di tutti coloro che, leggendo questo post, avvertiranno delle sottili risonanze. Ecco, io scelsi questa seconda possibilità… Ciò che dividerò oggi con voi non è un compendio di consigli su cosa fare, ma una serie di riflessioni su una prospettiva alternativa, quella di come ESSERE. Innanzitutto, occorre comprendere quali possono essere le radici di questo “disagio esistenziale”. Eccone alcune: avere l'inconsapevole necessità di vedere il mondo attraverso un filtro di insicurezza o di paura, con il risultato di avere la sensazione di non sentirsi mai "a casa", oppure di avere una mancanza di concretezza, o di difficoltà ad essere presenti nel qui ed ora, che spesso si esprime nell’avere sempre problemi di lavoro, o scarsità di denaro. Un’altra riflessione può offrirci una ulteriore chiave di lettura: se il “destino” ci fa vivere una condizione che attiva in noi delle forti emozioni di paura, legate ad esempio alla mancanza di qualcosa o qualcuno o della perdita di un riferimento stabile, probabilmente cerca di indicarci quali qualità, invece, meritano di essere valorizzate e su cui basare, da ora in poi, il nostro progetto di vita. Ecco allora prospettarsi una nuova fiducia nella vita, una ritrovata sicurezza e certezza, che come effetto collaterale può portare (non necessariamente) ad un miglioramento in seno al denaro, alla casa, al lavoro, al cibo…


Innanzitutto, occorre imparare a fare tesoro del passato!

Senza rinnegarlo o, al contrario, idealizzarlo, semplicemente riconosciamolo come parte integrante della nostra vita (siamo ciò che siamo anche grazie alle emozioni racchiuse nei nostri ricordi!) e accettiamolo come premessa dello sviluppo futuro.

In altri termini, riconoscendo, accettando e valorizzando le nostre attuali risorse e ricchezze interiori, possiamo ripartire "da tre", come diceva in un bel film Massimo Troisi, cioè puntando sulle principali e migliori tre cose belle vissute sino ad ora (materiali, affettive, creative, ecc.). Investiamo le nostre energie su quelle e la vita investirà su di noi! Focalizziamoci sulle certezze, sui valori, sui bei ricordi che abbiamo del passato, godiamone rivivendoli nella mente, lasciamo che riempiano nuovamente il nostro cuore. Forse la nostra storia, costellata da una sofferenza continua a causa di mancanze materiali ed affettive, da cui si cerca di fuggire attraverso pensieri e azioni volte alla ricerca di una sicurezza materiale, divenuta il nostro scopo della vita, nasconde una inconfessata insoddisfazione di sottofondo. E' proprio questa insoddisfazione ad essere diventata la vibrazione cardine, sulla quale siamo rimasti per troppo tempo sintonizzati, che ha continuato ad attirare a noi dinamiche di vita che prevedevano scoraggiamento, privazioni, scarsità. Queste sono diventate le cause dei nostri disagi esistenziali, non l’effetto, come in un primo tempo avevamo pensato! Anche l’avvertire la vita come un'eterna lotta richiama forse un antico profondo conflitto esistenziale mai veramente risolto. Quale la possibile causa? Ad es. può essere accaduto che si è stati costretti ad abbandonare la casa dell'infanzia, la terra di origine o i propri beni a cui si era particolarmente affezionati e legati (un trasferimento da piccoli, vissuto come sradicamento o anche, più semplicemente, la sensazione di essere stato privato di qualcosa: come ad esempio può essere accaduto ad un bambino che desiderava fortemente un oggetto che però gli è stato negato dai genitori senza una spiegazione convincente). Oppure, il conflitto di origine richiama il rapporto che abbiamo con la terra, la Madre Terra, cioè fa riferimento alla relazione con la madre. Infatti, se abbiamo un senso di separazione dalla madre, o se in passato abbiamo inconsciamente deciso di non sentirci amati da lei, energeticamente "tagliamo le radici" che ci nutrono; da questo momento in poi manifestiamo tensioni che attirano delle esperienze che confermano il nostro filtro distorto, fintanto che non riusciamo di nuovo ad aprirci ed accettare l'amore materno e, di conseguenza, a ritornare ad avere tutto quello che ci da sicurezza. E' chiaro che se la tensione aumenta, sentiamo paura; se siamo sottoposti ancora a più tensione, questa diventa panico; nel caso estremo la sperimentiamo come una vera e propria minaccia alla nostra sopravvivenza. Questo vale, ovviamente, fin tanto che non cambiamo consapevolmente il nostro punto di vista, ricollegandoci con l'energia della madre e permettendoci di esserne nuovamente nutriti. …

Altro importante aspetto in gioco è quello spirituale, che riguarda la coerenza tra pensiero, parole e opere. Quando ci discostiamo da ciò che in cuor nostro sentiamo, quando diciamo e facciamo delle cose ma se sentiamo intimamente altre, perdiamo di vista le nostre vere radici, quelle divine, che ci legano a Tutto e a Tutti. Ecco che diventa indispensabile riconoscere la perfezione nelle cose, far sì che la primordiale energia racchiusa nel nostro cuore possa esprimersi liberamente, perché è il motore fisico della nostra esperienza spirituale. Se impediamo questa manifestazione, diventiamo interiormente disordinati e disorientati, perché dopo essere nati illimitati ci sentiamo imprigionati e rinchiusi e, per compensare, diventiamo dipendenti dai “nostri” beni: la casa, gli affetti, ecc. …Allora, forse occorre girare pagina, orientando il nostro presente su una nuova realtà: la sicurezza che abbiamo in noi stessi, la capacità di essere "radicati", cioè stabili, con i piedi piantati per terra, presenti nel qui e ora, il permettersi di essere nutriti, non fisicamente, ma nel senso di soddisfare il nostro Essere Interiore. Il cammino può sembrare difficile perché richiede fede, coraggio e determinazione: la fede nella intrinseca perfezione dell’universo, il coraggio di mettersi in gioco e uscire dalle proprie zone di confort, la determinazione di proseguire con costante impegno nonostante le alterne vicende della vita. Buona vita, amici miei! Antonio Bufalo


P.S.

All'inizio anch’io avevo difficoltà a dare un senso ai dolori della vita, specie durante il doloroso periodo del cancro, poi ne ho scoperto il perché, il significato nascosto!

Ho scoperto che la mia anima aveva scelto, per questo viaggio terrestre, un particolare percorso di crescita espresso attraverso uno specifico potenziale energetico, con i suoi alti e i suoi bassi.

Scoprirlo, conoscerlo ed integrarlo nella mia vita mi ha aiutato a sentirmi libero e in armonia con me stesso e con gli altri.

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