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Immagine del redattoreAntonio Bufalo

Come trasformare l'odio e il rancore...


L'odio è una passione veramente distruttiva che trova la sua origine in vari fattori, tra cui:

  1. impedimento a realizzare un desiderio,

  2. paura (di non essere amati, compresi, valutati, ecc.),

  3. umiliazione (reale o apparente), 4. frustrazione.

L'odio può manifestarsi verso una o più persone come un impulso che dura pochi secondi, oppure può consolidarsi come atteggiamento permanente nei confronti di un determinato individuo o di tutta la società. Esiste l'odio verso gli altri e perfino verso se stessi, è la fonte di aggressività, feroce gelosia, suicidi, omicidi, è come una piastra di acciaio contro la quale si infrangono gli slanci più nobili.

Un impulso di odio, talvolta, è comprensibile, ma diventa patologico se si prolunga nel tempo. I deboli cercano di eliminare la loro sofferenza, come è naturale, cercano di distruggere la causa di tale sofferenza e, quando esasperati, potranno nutrire odio contro altre persone, contro lo Stato, contro una religione, o contro se stessi. Per es.: quale bambino umiliato o terrorizzato non ha sentito un impulso di odio contro chi lo faceva soffrire?

Vi sono anche delle emozioni meno violente, che comunque racchiudono in sé il seme dell'odio, tra esse citiamo: avversione, antipatia, qualche volta anche l'opposizione, l'aggressione che è sempre una conseguenza dell'odio, l'intolleranza che porta fatalmente all'odio, e tutte le altre emozioni meno facilmente distinguibili che sono all'opposto dell'amore. Certamente l'odio è il primo sentimento che si deve cambiare, perché impoverisce le nostre energie vitali e ci impedisce di coltivare emozioni positive e di ampliare i nostri orizzonti mentali.

Accade spesso che alcune mogli pervengano ad esaurimenti mentali a causa del continuo alternarsi dei loro sentimenti di odio e di amore nei confronti del coniuge, infatti il conflitto di questi due opposti sentimenti produce un'enorme tensione nervosa. Lo stesso accade anche a certi bambini nei loro rapporti coi genitori e questo spiega il loro comportamento imprevedibile e irrazionale. Alcune volte l'odio per la matrigna o il patrigno è talmente intenso, che distrugge psichicamente chi lo nutre. È evidente, quindi, che l'odio è un sentimento da respingere, perché nuoce soprattutto a noi stessi.

È molto meglio vivere bene e avere torto.... Che non vivere male e aver ragione! (Louis Hay).

Molte persone non ammettono di provare sentimenti di odio. Esse affermano: "Io non porto alcun odio dentro di me, verso nessuno, davvero!". Probabilmente non provano un odio costante ed intenso per qualcuno o qualcosa, ma ciò non esclude che non sentano occasionali sentimenti di odio verso chi è causa di una loro paura, di un'umiliazione o una frustrazione. Nella vita di un bambino questo è un fenomeno molto frequente.

Cominciate perciò a distinguere le sensazioni di odio quando si presentano. Dite a voi stessi: "Ecco, questo pensiero è stato provocato dall'odio, mi nuoce, non continuerò a nutrire e ad accrescere quest'emozione. Preferisco pensare o fare una cosa migliore". Dovete rendervi conto che l'odio è una creatura della vostra mente: una reazione sbagliata provocata da una paura, umiliazione o frustrazione.

Spesso l'odio è praticamente dovuto all'incapacità della mente di reagire consapevolmente dinanzi ad un determinato pensiero, una determinata azione o una determinata parola di altri. Quando vi è possibile cercate di scaricare l'energia provocata da questa emozione con un movimento fisico: facendo alcuni passi, muovendo energicamente le braccia come se doveste scagliare lontano qualcosa, lanciando un fischio o pronunciando un'esclamazione a voce alta. Se ne avete la possibilità pigliate a calci una palla. Qualsiasi movimento fisico più o meno violento scarica l'energia accumulatasi in seguito alle vibrazioni dei nervi.

Naturalmente non intendiamo trasformarvi in individui incapaci di controllarsi che non sanno nascondere le proprie emozioni, tuttavia, quando è possibile, è sempre meglio scaricare l'eccesso di energia piuttosto che reprimerlo.

Dopo alcune settimane di questo esercizio, messo in pratica ogni volta che se ne presenta l'occasione, le sensazioni di odio diminuiranno progressivamente, manifestandosi ad intervalli sempre più lunghi sino ad attenuarsi quasi completamente.

Successivamente bisognerà andare alla caccia delle sensazioni di odio più blande, celate tra le antipatie e le avversioni di ogni genere.

  1. Rendersi conto e ammettere con se stessi di provare una sensazione di odio,

  2. Riconoscere che ciò è nocivo, sotto ogni aspetto, alla propria salute e impedisce di reagire correttamente,

  3. Scaricare l'eccesso di energie,

  4. Evitare di approfondire questo sentimento con tutti quei pensieri che potrebbero accrescerlo.

Bibliografia:

  • 1. Pierre Daco, Che cos'è la psicologia, Enciclopedie pratiche Sansoni.

  • 2. Brani da: Yama Yoga, pp. 33-34.Autore C.E.S. Rai. Edizioni Mediterranee, Roma (1978).

  • 3. C.E.S. Rai, Yama Yoga, pp. 34-35. Edizioni Mediterranee, Roma (1978).

  • 4. C.E.S. Rai, Yama Yoga, pp. 34-35. Edizioni Mediterranee, Roma (1978).

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