“Racconta una leggenda che Gesù passeggiando con i suoi discepoli incappò nella carogna di un cane in decomposizione. Tutti i suoi compagni girarono lo sguardo con malcelato disprezzo. Gesù diversamente, portò la sua attenzione all’animale morto e a voce alta dichiarò ammirato la bellezza della dentatura del cane.
Questo a dimostrare che il bello è presente in ogni cosa sempre!
Lo sbaglio, il male, il brutto non dovrebbero mai distoglierci dalla ricerca del giusto, del bene del bello. Con la consapevolezza che sono presenti. E che magari cambiando punto di vista possono sempre essere colti ed ammirati.
La bellezza, la caratteristica degna di ammirazione c’è ovunque. Basta permettersi di riconoscerla. La volontà di distogliere l’attenzione da quanto di brutto o malevolo c’è in una data situazione, non significa negare la presenza del vero e del bello nella stessa situazione. A volte è anche necessario guardare il brutto per coglierne il lato bello.
Per notare la perfetta dentatura di una carogna dovremo aver guardato anche la bruttezza dell’animale in putrefazione. Ma lo avremo fatto con la consapevolezza di cercarne comunque il lato positivo. Questo non significa convincersi che l’errore sia giusto, che il brutto sia bello o che il male sia bene. Solo avremo imparato a non permettere al male di impedirci di vedere il bene che è comunque presente. E in questo modo potremo davvero portare la nostra attenzione sul bello presente ovunque e potenziarne l’energia.
Cerchiamo il positivo che non vuol dire vederlo se non c’è. Se impariamo per abitudine a cercare il positivo in qualsiasi situazione e in ogni persona con la consapevolezza che per quanto occultata c’è sempre, sempre più facilmente riusciremo a riconoscere e ad individuare il lato positivo delle cose e a indirizzare subito la nostra attenzione e quindi la nostra energia lì, modificando sensibilmente l’evolvere della situazione.
Semplicemente questo significa astenersi dal giudizio. Evitare di catalogare una situazione prima di averle dato la possibilità di mostrarci il suo inevitabile lato positivo.
La critica distruttiva deriva solo dalla nostra staticità mentale. Deriva dalla nostra incapacità di comprendere come tutte le situazioni siano in evoluzione.
Quando giudichiamo partiamo dal presupposto che la situazione che stiamo criticando sia statica come il nostro pensiero in quel momento e il nostro pregiudizio. Il pregiudizio, la critica sono sempre statici perché derivano da memorie, da schemi mentali costruiti su avvenimenti del passato che noi identifichiamo come quelli presenti, che invece per il semplice fatto di essere presenti, sono appunto in evoluzione e quindi non criticabili.
Giudicare significa attribuire caratteristiche statiche e preconfezionate a situazioni in movimento… operazione assurda.
Il segreto sta tutto nella consapevolezza che noi siamo perfetti esattamente così come siamo. Come lo è la nostra situazione qualunque essa sia.
Perciò la cosa da fare è lasciar andare la convinzione di dover cambiare la situazione.
La consapevolezza di questo produrrà un cambiamento reale alla nostra vita!
Cominciamo a dire sì senza condizioni alla nostra vita e alla persona che siamo e alla situazione che consapevolmente o inconsapevolmente ci siamo attratti. I problemi si generano (le memorie si formano) a causa della nostra incapacità di accettare la nostra perfezione e la perfezione della nostra vita.
La nostra serenità dipende proporzionalmente dalla nostra capacità di accettare ciò che è. Il conflitto interiore, l’atrito con l’Universo, la sofferenza, traggono origine dalle situazioni in cui non riusciamo ad accettare la Perfezione.
Abbiamo due possibilità, due sole vie da seguire. Continuare ad aver paura di perdere qualcosa o di aver perduto qualcosa, ad aver paura di restare o essere soli, ad aver paura di non essere amati, ad aver paura di lasciarci andare e continuare a soffrire. Oppure smettere di temere il futuro consapevoli che niente può davvero farci del male.
Che quello che è successo ce lo siamo attirati solo e soltanto noi con l’obiettivo di evolvere, di diventare una persona migliore. Con l’obiettivo di stare bene e godere finalmente della gioia che scaturisce dall’ accettazione incondizionata della realtà.
Il brutto è sempre stato considerato come l’ombra del bello, come il suo fratello gemello cattivo; quindi sostanzialmente, all’inizio della nostra civiltà, il brutto ha la caratteristica analoga a quella del falso o a quella del male morale, cioè se ne vuole negare l’esistenza positiva. (Remo Bodei)
…Sappiamo ormai benissimo che la paura, qualsiasi paura, poichè ci procura ansie e frustrazioni a non finire, aumenta anche le probabilità di manifestare quello che temiamo di manifestare.
Senza paure, al contrario, muovendoci in una condizione priva di ansie e preoccupazioni, con la consapevolezza che il bello (la scintilla divina) è presente ovunque, anche nella cosa che a prima vista ci appaia più orribile, le probabilità di mantenere ed ottenere ciò che desideriamo o che comunque ci consentirà di essere sereni e stare bene, aumentano.
Lasciamo andare le nostre paure, lasciamo andare la convinzione che il brutto sia solo ed inesorabilmente brutto e saremo persone libere con la bella aggiunta che più saremo sereni più manifesteremo e godremo di situazioni che ci procureranno serenità”. (Giovanna Garbuio)
Come fare per trasformare la nostra vita in nuovi sviluppi più favorevoli al benessere psico-fisico?
Come scoprire il senso ed il perché dei nostri malesseri, svelare i tratti più salienti della nostra personalità, riconoscere le nostre “ombre” caratteriali e scoprire le più idonee strategie di crescita personale?
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Antonio Bufalo
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