A detta degli esperti, anche se l'alimentazione non può e non deve essere ritenuta causa primaria del mal di testa, alcune sostanze di origine alimentare contribuiscono ad esacerbarne i sintomi, scatenando attacchi di emicrania in individui predisposti. Nonostante la dieta sia ben lontana dal rappresentare una terapia, per tenere sotto controllo il disturbo è quindi importante individuare ed eliminare dalla propria tavola alcuni alimenti "pericolosi".
L'elenco dei cibi "proibiti" è in realtà molto lungo, ma è pur vero che troppo spesso viene inquinato da leggende metropolitane, convinzioni soggettive ed altri elementi privi del minimo fondamento scientifico.
Cibi innocui (pain-safe)
I cibi innocui non contribuiscono di fatto mai al mal di testa o ad altre condizioni dolorose. Questi cibi includono:
· Riso, specialmente integrale
· Verdure verdi cotte, come broccoli, spinaci, bietola da coste, cavolo riccio
· Verdure di color arancio cotte, come carote e patate dolci
· Verdure di colore gialle cotte, come zucca
· Frutta cotta o cruda, non della famiglia degli di agrumi: ciliegie, mirtilli, pere, prugne (ma non agrumi, mele, banane, pesche o pomodori)
· Acqua: naturale, od addizionata di anidride carbonica. Altre bevande, persino le tisane, possono essere dei trigger
· Sostanze aromatizzanti: modeste quantità di sale, sciroppo d'acero ed estratti di vaniglia sono in genere ben tollerati.
Gli alimenti che possono favorire l'arrivo del mal di testa sono in genere custodi di sostanze particolari, dotate di azioni psicoattive e vasoattive che si ripercuotono anche a livello cerebrale. Tra queste, figurano alcune ammine biogene, come la tirammina, l'istamina e la feniletilamina, sostanze da cui è bene stare alla larga se si soffre di mal di testa. L'importante, comunque, è non generare pericolosi allarmismi; troppe persone, infatti, si privano di alimenti sospetti senza avere alcuna certezza sul loro ruolo nella comparsa del disturbo di cui soffrono. Considerata l'ampia diffusione di certe abitudini alimentari, ormai radicate come tradizione ricreativa (aperitivi, cioccolatini, gelati o stuzzicherie varie), questo genere di comportamento può addirittura causare una sorta di inutile e pericolosa emarginazione sociale.
Anche se il problema dell'emicrania non può essere risolto a tavola, l'esclusione o la limitazione di certi alimenti può contribuire ad arginarlo. Con la supervisione di un medico, è quindi utile intraprendere uno scrupoloso piano alimentare, eliminando pochi alimenti per volta ed annotando sul proprio diario i cibi consumati, gli orari dei pasti e le loro ripercussioni sul disturbo. Rimanere alla larga da tutti i prodotti elencati nell'articolo sarebbe un'impresa tropo ardua e per certi versi inutile, perché non aiuta a capire se e quali di questi sono coinvolti nell'avvio e nel potenziamento del mal di testa. Quando l'esclusione di un dato cibo per qualche settimana non porta a benefici significativi, questo può essere reintegrato nella dieta, allontanandone nel contempo un altro sospetto.
Dal momento che le fluttuazioni della concentrazione ematica di glucosio (ipo od iperglicemia) possono fungere da elemento induttore, è bene consumare pasti piccoli e frequenti, evitando il digiuno prolungato. Sapersi ascoltare e procedere per tentativi è quindi importante: un fastidioso mal di testa al risveglio potrebbe, ad esempio, essere la causa di una cena consumata con eccessivo anticipo rispetto al riposo notturno. Da considerare, inoltre, che, molto spesso, nella fase prodromica, cioè in quel periodo in cui compaiono sintomi premonitori del successivo attacco di emicrania, si avverte un forte desiderio di alcuni cibi, come il cioccolato. Il loro consumo, in questi casi, viene ingiustamente ritenuto colpevole di un attacco che in realtà era già iniziato, manifestandosi con un bisogno irresistibile di quel determinato alimento. Imparare a riconoscere simili circostanze è molto utile, perché consente di intervenire con un precoce ed efficace trattamento. Infine, è bene ricordare che molti altri fattori comportamentali come lo stress, il digiuno (saltare i pasti o ritardarli: chi non fa colazione, per esempio, è più soggetto ad attacchi di emicrania in tarda mattinata), la disidratazione, la privazione calorica, l'esposizione a sorgenti luminose, i mutamenti atmosferici, uno sforzo fisico intenso e prolungato, gli odori penetranti, il riposo irregolare (eccessivo od insufficiente) e vari fattori emotivi possono essere coinvolti nell'insorgenza del mal di testa.
EMICRANIA e cibi nemici
In primo luogo c'è l'alcool: superalcolici, vino rosso (anche se molti sono più sensibili al vino bianco), birre ad elevata gradazione. L'alcool è un potente vasodilatatore ed i soggetti emicranici sono molto sensibili a tutte le sostanze che tendano a dilatare i loro vasi cerebrali già particolarmente predisposti a farlo.
Ma tra i nemici figurano anche formaggi stagionati, frutta secca, cibi della cucina cinese (ricchi di glutammato monosodico), cioccolato. E secondo alcuni, gli agrumi.
Per vino rosso, formaggi stagionati e cioccolato la sostanza scatenante sembra essere la tiramina, presente in discreta quantità in questi alimenti.
Il consiglio è quello di limitarsi nella assunzione di questi cibi. Ma attenzione a non esagerare! Una dieta varia è raccomandabile a tutti. Evitiamo di far sentire il paziente con mal di testa ancora più limitato aggiungendo diete rigorose. Sembra più ragionevole consigliare al paziente di evitare gli eccessi di questi cibi. La moderazione sembra più opportuna dell'astinenza.
E i cibi consigliati? Forse quelli ad alto contenuto di vitamina B2 e coenzima Q10, sostanze importanti nella prevenzione dell'emicrania. Ma dovremmo assumerne enormi quantità. E' invece consigliabile a volte l'uso del caffè. Questo è ben noto a chi soffra di emicrania o di una bizzarra forma di mal di testa solo notturno ( cefalea ipnica ) che trovano in una tazza di caffè un buon rimedio per il proprio mal di testa. Ricorda però che l'eccesso di caffè può avere effetti opposti!
Comuni cibi trigger (nemici)
I comuni cibi trigger spesso scatenano la crisi in idividui predisposti. Così come alcune reazioni di intolleranza al cibo si manifestano con eruzioni cutanee, i pazienti emicranici presentano una reazione a livello dei vasi sanguigni e dei nervi. Ecco i più comuni cibi trigger per l'emicrania:
vino rosso, birra, alcolici in genere
bevande gassate o fermentate
pane fresco
mozzarella, formaggi fermentati stagionati, ricchi di tiramina
latte (specie lavorato)
uova
maionese, crema, panna, gelato
brodo di dado
carne preparata dall'industria (stagionata, affumicata, lavorata, inscatolata, insaccata, intenerita)
selvaggina, salsiccia, pancetta, fegato
pesce salato, essiccato, sott'olio, con additivi ( specialmente aringhe, acciughe, sardine, tonno)
crostacei
aromi e spezie
legumi
cipolle, aglio
olive, pomodori, cavoli, spinaci, crauti, melanzane
agrumi, banane, susine, avocado, fichi, uva passa
cioccolato, nocciole
lievito, salsa di soia
cibi conservati contenenti nitrati, nitriti, tiramina, glutammato di sodio (cucina cinese)
eccesso di zuccheri, caramelle, confetture
caffè, fumo
il digiuno
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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Chaytor, J.P.; Crathorne, B and Saxby, M.J. (1975). The Identification and significance of 2-phenyl ethylamine in foods. J. Sci. Fd. Agric. 26 593-598 Harrington, E. (1980) Diet and migraine. Journal of Human Nutrition 34 175-180 Maga, J.A. (1978) Amines in Foods. In CRC Critical Reviews in Food Science and Nutrition. 61 373-403 Rose, F. C. (1991) The pathogenesis of migraine. Journal of the Royal Society of Medicine 84 519-521 Scharff, L and Marcus, D. A. (1999) Chocolate and headache: is there a relationship? In Chocolate and Cocoa. Health and Nutrition. Ed. Knight, I Blackwell Science Ltd. Oxford, pp. 229-239 Smith, T. A. (1980) Amines in Food. Food Chemistry 6 169-200
AVVERTENZA: Le presenti informazioni non si sostituiscono ad alcuna prescrizione medica, ne vantano prerogative terapeutiche o diagnostiche, appannaggio esclusivo della classe medica.
Pertanto, prima di modificare la tua alimentazione consulta sempre il tuo medico di fiducia!
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