LA MALATTIA VISTA IN UNA PROSPETTIVA SPIRITUALE: COMPRENDERNE IL MESSAGGIO ED USARLA PER GUARIRE!
La nostra cultura occidentale ci ha abituati a considerare la malattia come qualcosa che sta "fuori" di noi: quando ci capita la subiamo sentendoci, in qualche modo, delle "vittime". Abbiamo sempre ritenuto il sintomo come una disgrazia e, soprattutto, qualcosa su cui noi non abbiamo "voce in capitolo". Questo è un punto di vista: ma, a volte, se il risultato non piace, conviene cambiarlo. Infatti, partendo da un presupposto diverso, le cose cambiano.
Ecco perchè considerare la malattia in una prospettiva energetica.
Pensiamo, per esempio, di essere naturalmente sani ed interi. Immaginiamo poi di fare qualcosa che non funziona per noi, come prendere una decisione che va contro ciò che siamo realmente e ci crea tensione... non ci farebbe piacere avere un "campanello d'allarme" che ci dica molto chiaramente che quello che stiamo facendo ci fa male, che ci indichi chiaramente ciò che non dobbiamo più fare? Questa è la malattia in una prospettiva spirituale. Basta capirne il linguaggio e smettere di fare ciò che ci creava tensione, e lei non ha più motivo di esistere.
Tutto inizia dentro di noi
Secondo il punto di vista energetico tutto quello che accade nel nostro corpo e tutto quello che accade nella nostra vita non sono altro che il risultato di ciò che facciamo dentro di noi, delle decisioni che abbiamo preso. Questo significa che, da questo punto di vista, non accade nulla sul piano fisico, a meno che non ci sia una "tensione" a livello interiore. In altre parole, se facciamo quello che è giusto per noi, nel profondo, se ci ascoltiamo, siamo naturalmente equilibrati e sani. Potremo dire che tutto dipende da quello che mettiamo nella nostra coscienza. La coscienza è l'esperienza di esistere: quindi, il nostro corpo è parte della nostra coscienza, così come i nostri pensieri, le nostre emozioni, i nostri desideri e le nostre paure; ma non dobbiamo dimenticare che noi, e noi soli siamo i padroni della nostra coscienza: perché siamo noi a decidere cosa pensare, noi decidiamo cosa sentire come risposta all'ambiente che ci circonda ed agli stimoli che riceviamo, noi scegliamo come percepire gli eventi. Perciò, se vogliamo che qualcosa cambi, dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare e, conseguentemente, il nostro modo di essere. Dobbiamo assumerci la responsabilità dei nostri pensieri e delle nostre azioni e, di quindi, di ciò che ne risulta. Il processo di guarigione implica, ovviamente, il rendersi conto ed il cambiare quello che non funziona per noi.
Noi creiamo la nostra realtà
Se tutto inizia dentro di noi, è evidente che ognuno è - consapevolmente o meno - l'artefice della sua realtà. La crea con le decisioni che prende, attimo per attimo, e se il risultato che ha ottenuto non gli piace, lo può cambiare.
Il sintomo ci aiuta nel nostro processo di consapevolezza, poiché usa un certo linguaggio che, una volta decifrato, mostra come ognuno di noi crea la propria realtà.
E' chiaro che, secondo questo punto di vista, non ci sono nè incidenti nè coincidenze.
Le cose accadono secondo quanto abbiamo messo nella nostra coscienza: in altre parole secondo quello che indicano i nostri pensieri, i nostri desideri, le nostre paure.
Questo implica sia una gran responsabilità, perché non si può più attribuire la "colpa" a qualcosa che è fuori di noi, ma anche un'enorme libertà: quella di crearci la vita che desideriamo.
Siamo esseri di energia
La nostra cultura ci ha sempre orientati verso il fisico: abbiamo l'abitudine di guardarci come strutture biologiche, un insieme di organi, muscoli, ossa e nervi.
Ma, se osservando più da vicino la costituzione della materia, vediamo che siamo "fatti" di energia. Infatti, come ha dimostrato la scienza stessa (E=mc2), la parte più piccola della materia vivente è costituita da particelle subatomiche chiamate anche “quanta”, che sono “blocchetti” di energia che vibrano a determinate frequenze. Queste particelle subatomiche si aggregano in atomi, i quali a loro volta formano la materia. I diversi “modi” in cui queste aggregazioni avvengono causano la differenziazione degli oggetti fisici che vedi attorno a te. Possiamo quindi affermare che l'intero organismo vivente, cioè il nostro corpo, è formato solo da energia “condensata” in una specifica configurazione.
Quindi, se il nostro corpo fisico è solo energia, è facile comprendere come la nostra coscienza, costituita da tutto quello che possiamo sperimentare nel fisico, nell'emozionale, nel mentale e nello spirituale e che, di fatto, rappresenta ciò che realmente siamo, sia energia. Per meglio dire, un sistema energetico, composto da varie densità di energia, in cui il corpo fisico rappresenta la vibrazione più densa.
La nostra coscienza è connessa con ogni cellula del nostro corpo che, ricordiamoci, non è altro che la forma più densa della stessa energia. Quindi, ogni parte di noi sa quando facciamo qualcosa che è bene per noi, oppure no, e reagisce di conseguenza.
Quando abbiamo una tensione nella coscienza questa conferisce un assetto disequilibrato alla nostra energia che si trasmette alla sua parte più densa, il corpo fisico; il corpo assume un determinato aspetto di tensione, cioè manifesta una certa patologia.
Il sintomo è energia bloccata
Nell'individuo sano l'energia scorre liberamente. Se siamo in perfetta salute significa che la nostra coscienza risponde con successo ad ogni evento esterno, scegliendo la cosa che funziona meglio per noi.
Quando prendiamo determinate decisioni che non sono giuste per noi creiamo una tensione a livello di coscienza e questa blocca il flusso dell'energia; il sistema energetico si allinea alla nuova configurazione in tensione e, se questo blocco ha un'intensità sufficiente o dura per un tempo abbastanza lungo, si manifesta di un sintomo a livello fisico.
Se la decisione che abbiamo preso porta ad un risultato che non ci piace, cioè a manifestare una patologia, possiamo decidere di fare qualcosa di diverso e rilasciare il sintomo.
Tutti i sintomi non sono altro che il risultato di un'energia bloccata; quando sblocchiamo l'energia, prendendo decisioni diverse o partecipando ad una guarigione, riequilibriamo l'energia ed il sintomo può scomparire.
La malattia è un messaggio
Il sintomo, dunque, è una specie di linguaggio in codice, serve solo a comunicarci un messaggio: significa che stiamo facendo qualcosa che non va bene per noi. Nel momento in cui cessa di esistere la condizione nella coscienza che ci faceva star male, non c'è alcuna ragione che il sintomo continui a manifestarsi.
La guarigione: sblocco di energia e trasformazione
Noi dirigiamo la nostra coscienza, che è energia, con i nostri pensieri; e possiamo scegliere quelli più idonei al nostro scopo, che è guarire ed essere sempre più noi stessi.
Questo significa che, se siamo in grado di creare un blocco con una decisione che non funziona per noi, siamo anche capaci di togliere il blocco. Questo processo può avvenire spontaneamente, semplicemente perché ci rendiamo conto di aver imboccato una strada che non va e lasciamo andare la cosa che ci provoca tensione: ritorniamo al nostro stato naturale d'equilibrio e facciamo le cose che sono giuste per noi.
A volte, però, non è così semplice. Allora conviene agire direttamente sul campo energetico, riequilibrandolo.
Il ritornare in equilibrio ha un effetto sia verso la coscienza, sia verso il fisico. Dopo una guarigione sperimenteremo un cambiamento interiore, poiché, una volta rilasciata la tensione, la visione di ciò che ci accade sarà più chiara e sapremo cosa ci serve per star bene; avremo anche un rilascio delle tensioni e dei sintomi a livello fisico.
Con la guarigione buchi bianchi e i buchi neri si riallineano secondo il nuovo assetto energetico, riequilibrato. La struttura biologica si adegua ed il sintomo scompare.
E' evidente che non ci può essere guarigione a meno di una trasformazione.
Non basta riequilibrarci energicamente per essere guariti. Dobbiamo smettere il modo di essere teso che ci ha determinato il sintomo.
Possiamo, infatti, perseverare e mantenere lo stesso modo di essere che ci ha creato tensione e otterremo il medesimo risultato; oppure, possiamo scegliere di fare qualcosa di diverso e avremo un esito differente: la guarigione.
Rossella PANIGATTI – “I sintomi parlano” – TEA Editore