La Salute della Mente
IL BENESSERE PSICO-EMOZIONALE
Scopri di quanto ti allontani dal tuo BENESSERE PSICO-EMOZIONALE e quali sono le migliori strategie per ritrovarlo velocemente grazie a quanto di seguito riportato e al Test interattivo gratuito, che troverai in fondo alla pagina, con il quale potrai facilmente individuare le soluzioni più indicate al tuo profilo.
Per un completo benessere psico-fisico dobbiamo imparare a guardarci dentro e per guardare dentro è sufficiente guardare fuori, ma con una modalità diversa.
Per capire come siamo davvero basta osservare la nostra vita, senza farci coinvolgere dalla solita cascata di pensieri, giudizi, progetti e soluzioni.
Osservare vuol dire osservare. Fare gli spettatori.
Che non vuol dire non farsi coinvolgere, ma se stiamo davvero osservando e basta saremo in grado di osservare anche le emozioni che la situazione che stiamo guardando ci suscita.
Osservare è l’azione che permetterà di trasmutare la sofferenza che la situazione ci procura (rendendoci conto che non è affatto la situazione oggettiva a procurarcela). Sarà la via che potrà liberarci dai fantasmi delle illusioni che continuamente ci succhiano l’energia vitale la cui perdita è ciò che ci fa appunto soffrire.
E’ necessario osservare la realtà così com’è.
Guardarla senza commentarla, oltre il pensiero, oltre il giudizio, oltre il ragionamento e soprattutto senza cercare soluzioni.
I disagi, i problemi non si verificano nella nostra vita con lo scopo di essere capiti, studiati, analizzati e risolti, ma solo per essere accettati. Per accettarli devo poter osservarli. L’accettazione è l’operazione più efficace per cancellare le memorie che generano i problemi.
Soprattutto, occorre ricordare che …ogni malattia nasce da un rifiuto!
Dal rifiuto in atto deriva la malattia che serve per sbloccare il rifiuto stesso.
Ci sono tanti modi di rifiutare: attraverso la rabbia, la paura, attraverso il giudizio, la critica, l’abbandono, la solitudine, il vittimismo.
Le malattie ci offrono la possibilità di prendere consapevolezza di questo rifiuto. La malattia a livello comportamentale non è altro che la conseguenza di un atteggiamento di negazione verso la vita.
Ogni volta che io nego la vita mi ammalo. Mi ammalo sempre e comunque di malattie acute perché, biologicamente parlando, l’organismo non conosce le malattie croniche. Ogni malattia cronica è la conseguenza di questa malattia acuta che nasce perché c’è un rifiuto.
Quando rifiutiamo la vita, questo comporta una diminuzione dell’energia e una diminuzione della nostra reattività.
L’organismo, che in conseguenza di questo rifiuto si trova in una condizione di ipoergia, sviluppa allora una reazione iperergica per compensare quello stato di ipoergia iniziale. Infatti quello che caratterizza una malattia acuta e che ha la sua espressione più eclatante nell’infiammazione acuta è la febbre: quindi aumento di temperatura, cioè calore, dolore, tumefazione, limitazione funzionale.
Quando abbiamo una malattia acuta si costruisce ATP quindi aumenta l’energia a disposizione.
In ogni malattia acuta l’organismo sta reagendo per compensare una situazione di ipoergia che si è creata grazie al rifiuto: ecco perché la malattia acuta è una necessaria benattia, perché “iper” diventa necessario allorché a livello comportamentale abbiamo creato l'“ipo” in conseguenza del nostro rifiuto.
Pertanto in questa ottica, tutte le malattie nascono da pensieri e sentimenti negativi che, come ci insegna la psiconeuroendocrinoimmunologia, alterando il fisiologico comportamento delle ghiandole endocrine portano a una disregolazione del sistema immunitario, del metabolismo e del sistema neurovegetativo.
Secondo questa visione, l’intervento terapeutico non deve essere solo quello di bloccare o annullare dei sintomi, ma di potenziare e supportare i poteri immunitari e le risorse dell’organismo, in modo che sia l’organismo stesso a superare la malattia.
Ci sono due possibilità:
Rifiuto/non accettazione → Conflitto = Distress → Malattia
oppure Accettazione → Non conflitto → Eustress → Salute
L’intensità del rifiuto, la colorazione dell’emozione provata quando è avvenuto, determinano l’area del cervello colpita, l’organo fisico corrispondente e la gravità della malattia.
Per cui accettare le cause dell’ansia, ad esempio, sia se le abbiamo individuate, sia se non le abbiamo individuate va bene lo stesso, potrebbe essere molto produttivo per cancellarle e quindi anche per guarirne (esistono diverse metodiche di ausilio per questo scopo: Omeosinergia, EFT, Ho’oponopono, TAT, ecc.).
Il malessere cesserà solo quando avremo sciolto le motivazioni profonde che ce lo provocano, non quando avremo debellato i sintomi: questo ci aiuterà a vederli come le opportunità che sono.
Possiamo continuare a lavorare sul malessere… ma il vero obiettivo non è quello!
Se eliminiamo il malessere avremo eliminato un sintomo, ma se non debelliamo le cause, il sintomo in un modo o in un altro si ripresenterà e probabilmente sempre più doloroso.
Tutti i pensieri e i ragionamenti che continuamente facciamo per mantenere il controllo della situazione offuscano la nostra coscienza rendendoci meno consapevoli e così molto difficilmente riusciremo ad individuare qual è la nostra strada.
Una coscienza intasata dai pensieri e dai ragionamenti non è certamente un buon condottiero. Quando la nostra consapevolezza è annebbiata noi non possiamo trovare l’orientamento.
I pensieri, i ragionamenti, il bisogno di controllo sulle situazioni e sulle soluzioni ci tengono incatenati agli stati d’animo negativi. Non è certo ragionandoci che ci liberiamo dai disagi, anzi questo è il modo giusto per farli prosperare, per mantenerli saldi nella nostra vita.
Osservandoli invece, con l’unico obiettivo di osservarli, avremo compiuto tutto ciò che di più efficace possiamo fare per liberarcene.
Più ci ostiniamo ad occuparcene, ad analizzarli e a sviscerarli più li ancoriamo alla nostra realtà.
Più ci ragioniamo sopra più li tratteniamo al nostro interno, perché li sovraccarichiamo della zavorra più ostacolante che il cervello conosca: la razionalità.
Osservare senza ragionarci è la via d’uscita.
Non c’è qualcosa lì fuori che ci fa soffrire, fosse anche la situazione più tragica.
Stiamo soffrendo perché la nostra Anima vuole dirci qualcosa, la situazione esterna è solo un espediente, un’illusione appunto.
Se soffro significa che in quell’ambito sono precipitato in una stasi energetica dalla quale il mio Io superiore vuole tirarmi fuori. Perché nel momento in cui avrò superato quella sofferenza, avrò dato alla luce un nuovo me stesso, una persona nuova, più sensibile, più aperta, più matura, con maggiori risorse interiori disponibili, capace di affidarsi e lasciare che sia ciò che è meglio che sia… ma bisogna che la sofferenza sia stata superata… non che si trascini, magari sopita, ma sempre lì latente senza che sia mai trascesa.
Normalmente quando smettiamo di focalizzarci su ciò che noi riteniamo il responsabile del nostro dolore, e accettiamo la situazione per quella che è con la consapevolezza che lasciandola evolvere nella sua direzione non potremo che raccoglierne i succulenti frutti, ci svuotiamo di tutto il dolore che evapora lasciandoci una profonda serenità.
Continuare a pensare e a rimuginare su ciò che di esterno ha provocato la nostra sofferenza sarebbe come continuare a rimuovere la crostina che si forma sulla ferita nella speranza di farla guarire.
Quindi, ci sono due strade per poter guarire: o consapevolizziamo o soffriamo. E questo non deve essere visto come una punizione, del tipo “se non ti consapevolizzi ti punisco con la malattia”. No, la sofferenza o malattia è solo l’ultima occasione che ci viene offerta per poter guarire.
Sono due realtà inversamente proporzionali, vuol dire che chi si ammala o chi soffre, anche per pene d’amore oltre che per pene fisiche, è perché non è consapevole del senso di quello che sta vivendo.
La vera grande cura di una malattia è realizzare consapevolezza.
La malattia può nascere, la sofferenza può esistere solo se non c’è consapevolezza. Prendendo solo il farmaco evitiamo di diventare consapevoli perché trasferiamo al farmaco il potere di farci star bene. Invece se prendiamo consapevolezza, allora entriamo in un percorso attraverso il quale sarà più facile eliminare la sofferenza.
Inoltre, è necessario sapere che il nostro corpo registra a livello cellulare tutti gli eventi occorsi nella vita, esiste dunque quella che si chiama memoria corporea o cellulare o psico-energetica, e ciò che vi è impresso è essenzialmente il contenuto emotivo di tali eventi. Tale contenuto influenza la fisionomia del soggetto: la forma del suo corpo (se tende ad ingrassare o meno), la postura, i segni sul suo viso (rughe, nei, brufoli, ecc.), ecc.
Anche se razionalmente possiamo conoscere alcuni conflitti che albergano in noi, o la radice di alcune nostre paure, la loro semplice conoscenza razionale non è in grado di vincerle, perché ciò che va trattato sono esattamente i contenuti emotivi dell'evento scatenante il conflitto o la paura stessi.
Si dice che la struttura di base della personalità si sviluppi dalla modalità della nascita e dall'esperienza dei primi cinque anni di vita; questa memoria si può far affiorare alla coscienza e successivamente "scioglierla".
La trasformazione di tali memorie psico-energetiche porta a liberare l'individuo da vecchi schemi di pensiero e comportamento limitanti e reattivi, che venivano messi in atto tramite automatismi e senza una piena coscienza, in risposta a situazioni di stress.
Gli stati d’animo che esprimono maggior disagio interiore sono l’ansia, il senso di paura, i timori eccessivi che in certi casi si trasformano in attacchi di panico.
È sempre più elevato il numero di persone che in Italia soffre di queste sensazioni destabilizzanti in concomitanza di circostanze durante le quali si devono affrontare situazioni particolari come guidare da soli l'auto, fare un viaggio in l'aereo, frequentare luoghi affollati come il supermercato o luoghi isolati come l'ascensore, in cui si va letteralmente in tilt, scoprendosi spaventati, senza un motivo oggettivo, se non la paura della crisi.
La paura è certamente un sentimento paralizzante: sia essa la paura di qualcosa di molto concreto come la morte e la malattia o di qualcosa di più indefinibile, o anche legata all'affrontare le situazioni ed il giudizio degli altri. La paura porta spesso a blocchi decisionali e si rimane spettatori nella vita; spesso la conseguenza di un'interiorizzazione profonda di questo stato d'animo produce fobie, ossessioni, stati di panico, incapacità di controllo sulle proprie emozioni e reazioni, nonché nevrosi di vario tipo.
Si riscontrano differenti situazioni di gravità, da forme lievi a più preoccupanti ma in genere i sintomi che possono comparire sono: difficoltà di respirare, palpitazioni, dolori al torace o senso di malessere, sensazioni di soffocamento, vertigini, sudorazione, vampe di calore, tremore, ansia.
Quando la paura finisce per sopraffare la persona e diventa invalidante si cade nella patologia. Vediamo quali sono le malattie "da paura" più diffuse:
L'attacco di panico: è un disturbo che va preso molto sul serio. E' caratterizzato da una crisi che insorge improvvisamente senza cause apparenti. Il cuore batte all'impazzata, il respiro si fa affannoso, le mani e i piedi ghiacciati, aumenta la sudorazione e si trema. Si è letteralmente paralizzati dalla certezza che la vita se ne stia andando. Può avvenire nei luoghi e nelle circostanze più inaspettate.
L'ansia generalizzata: chi ne è affetto continua a rimuginare, spesso tra sé e sé, di alcuni eventi o problemi vari, con eccessiva ansia e preoccupazione, per periodi di tempo anche molto lunghi. Ha un pensiero o più pensieri fissi che lo preoccupano da cui non riesce a uscire. I sintomi sono mancanza di riposo, insonnia, difficoltà di concentrazione e irritabilità.
Il disturbo ossessivo-compulsivo: è caratterizzato dalla comparsa di pensieri ossessivi e di comportamenti compulsivi. Le ossessioni sono delle idee fisse, irrazionali che si presentano ripetutamente nella mente (esempio “sono sporco”, “posso essere contaminato se tocco qualcosa”, oppure di notte "non ho chiuso il gas"). Le compulsioni, invece, sono dei rituali, dei gesti ripetitivi che una persona non può fare a meno di compiere altrimenti cade in ansia.
Scopri se soffri di qualcuno di questi disagi e quale soluzione è più indicata al tuo profilo, attraverso il nostro…
TEST PSICO-EMOZIONALE
Rispondi a ogni quesito annotando le cifre riportata accanto a ciascuna risposta e alla fine fanne la somma, corrisponderà alla tua personale soglia di sensibilità interiore, quindi leggi il responso finale ed i relativi suggerimenti che ti riguardano.
1) Avverti all’improvviso senso di panico, angoscia o timore immotivati, nodo alla gola?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
2) Ti intimoriscono alcune situazioni precise es.: malattie, dentista, aereo, cani ecc.?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
3) Avverti apprensione esagerata per i tuoi cari?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
4) Soffri di fobie lievi ma fastidiose?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
5) Le notizie del telegiornale di fanno sentire in pericolo?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
6) Soffri di paure vaghe, presentimenti?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
7) Pensi di non riuscire a farcela, temi il giudizio degli altri, ti blocchi in situazioni impegnative come esami, colloqui di lavoro, primi incontri?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
8) Soffri di blocchi da panico, tremori, sudori, blocchi digestivi e necessità di vomitare, tachicardia, diarrea, giramenti di testa?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
9) Soffri di disturbi del sonno, risvegli improvvisi, incubi, fatica a prender sonno?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
10) Soffri di balbuzie, iperattività?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
11) Soffri di disturbi sessuali?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
12) Soffri di mal d’auto, nausea, jet lag?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
13) Soffri di spasmi, coliti, crampi intestinali?
No (0)
A volte (1)
Spesso (2)
RISULTATO DEL TEST:
da 0 a 5 punti
Il tuo livello di ansia è nella norma. L'ansia ti stimola senza penalizzarti. Sei dotato di una sufficiente fiducia in te stesso.
Se comunque vuoi conoscere meglio le caratteristiche della tua personalità, i tuoi potenziali e le tue predisposizioni, le migliori strategie da adottare nella vita sociale, affettiva o lavorativa, comprendere la direzione migliore della tua vita, armonizzare l’umore, visita la nostra pagina dedicata allo straordinario Biopsyco Test ©!
da 6 a 15 punti
Sei un po' ansioso e non sempre riesci a vedere con adeguato distacco e lucidità la soluzione dei problemi. Il futuro può sembrarti problematico e le difficoltà che temi di dover affrontare possono costituire un ostacolo alla piena espressione delle tue capacità. L'ansia inizia a manifestare lievi aspetti patologici e può creare dei disturbi che è meglio affrontare e superare.
E’ vivamente consigliato di iniziare un percorso di approfondimento delle proprie “ombre” caratteriali, che sveli i “pregi e i difetti” della propria personalità e che possa offrire strumenti validi di auto-osservazione e auto-miglioramento! Ti suggeriamo di prendere visione delle esclusive informazioni condensate nella nostra pagina dedicata al Biopsyco Test ©.
da 16 a 25 punti
Ti trovi in una situazione caratterizzata da chiari segnali fobici che probabilmente influenzano in modo negativo la tua vita professionale e familiare. Se non riesci a risolverla con rimedi naturali (per i quali puoi chiedere un consulto naturopatico gratuito attraverso il form della pagina “Contattaci” del nostro sito) dovresti considerare la necessità di eseguire maggiori verifiche caratteriali, ad esempio usufruendo nel nostro Biopsyco Test ©, indispensabile premessa a eventuali ulteriori consulenze con un esperto di tali problematiche. Il Biopsyco Test © ti aiuterà a dare un senso ai tuoi disagi e a comprendere e superare gli errori (comportamentali, energetici, emozionali, psicologici) che ti portano a soffrire.
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